PAPA LEONE X
Bolla
EXSURGE
DOMINE
Condanna delle tesi di Martin
Lutero
15 giugno 1520 Martin Lutero, che con le sue 95 tesi trovò
grande risonanza, fu accusato e convocato a Roma già
nel nov. 1517. Poco dopo Leone X affidò al card.
Tommaso de Vio detto il Gaetano (o Cajetano) il compito di indurre Lutero a revocare, ma nè l’incontro tra di loro
nell’ott. del 1518 ad Augusta, nè la disputa, a cui
partecipò anche il riformatore Karlstadt, tenuta
nel giugno-luglio 1519 a Lipsia con Giovanni Eck,
validissimo difensore del cattolicesimo, portarono a un accordo. Dopo che
Giovanni Eck fu richiamato a Roma, fu aperto un
procedimento contro Lutero (gen.- aprile 1520). Giacché
Lutero non ritrattava le sue dottrine e il 10 dic. 1520 bruciò in pubblico la
bolla Exsurge Domine, il 3 genn. 1521 con la bolla Decet
Romanum Pontificem fu
scomunicato. Errori di Martin Lutero 1. E’ sentenza eretica, ma largamente
seguita, che i sacramenti della Nuova Alleanza danno la grazia giustificante
a coloro che non vi pongono ostacolo. 2. Negare che il peccato rimane nel bambino
dopo il battesimo, significa disprezzare insieme Cristo e Paolo. 3. Il fomite del peccato,
anche se non c’è nessun peccato attuale, trattiene l’anima che esce dal corpo
dall’ingresso nel cielo. 4. La non perfetta carità di colui che sta per morire porta necessariamente con sé un
grande timore, che di per sé è solo sufficiente a ottenere la pena del
purgatorio, e impedisce l’ingresso nel regno. 5. Che le parti della confessione siano
tre: contrizione, confessione e soddisfazione non è
fondato nella Sacra Scrittura, né negli antichi santi dottori cristiani. 6. La contrizione che si
ottiene con l’esame, la ricapitolazione e la detestazione dei peccati, e con
la quale si ripensa alla propria vita nell’amarezza della propria anima [cf.
Is 38,15], soppesando la gravità, la moltitudine, la turpitudine dei peccati,
la perdita della beatitudine eterna e il conseguimento dell’eterna
dannazione, questa contrizione rende ipocrita, anzi
addirittura peccatore. 7. Verissima e più perfetta in tutto della
dottrina fino a questo momento proposta sulla contrizione è la massima:
"Non farlo più è la migliore penitenza; una nuova vita è l’ottima
penitenza". 8. Non presumere in alcun
modo di confessare i peccati veniali, ma neppure tutti i mortali, perché è
impossibile che tu conosca tutti i peccati mortali. 9. Quando vogliamo confessare tutto in modo
completo non facciamo altro che questo: non vogliamo
lasciare nulla da perdonare alla misericordia di Dio. 10. A nessuno sono rimessi i peccati, se
non crede che gli sono rimessi dal sacerdote che assolve; anzi il peccato
rimane, se non lo crede rimesso: non sono sufficienti
infatti la remissione del peccato e il dono della grazia, ma bisogna
anche credere che è stato rimesso. 11. Non confidare in nessun modo di essere assolto a motivo della tua contrizione, ma per la parola
di Cristo: "Tutto ciò che scioglierai" ecc. [Mt 16,19]. In questo
confida, io dico: se tu hai ottenuto l’assoluzione del sacerdote, e credi
fermamente che tu sei stato assolto, sarai stato assolto davvero, qualsiasi
cosa sia in quanto alla contrizione. 12. Se, per assurdo, colui
che si confessa non fosse contrito, oppure il sacerdote assolvesse non
sul serio, ma per gioco, se tuttavia egli si crede assolto, è assolto con
assoluta certezza. 13. Nel sacramento della penitenza e nella
remissione della colpa, il papa o il vescovo non fanno
nulla di più di un semplice sacerdote: anzi, dove non c'è un sacerdote, può
fare ugualmente un semplice cristiano, anche se fosse una donna o un bambino. 14. Nessuno deve rispondere al sacerdote di essere contrito e il sacerdote non lo deve domandare. 15. È grande l'errore di coloro che si
accostano al sacramento dell'eucaristia fidandosi del fatto di essersi confessati, di non essere consapevoli di nessun
peccato mortale, di aver premesso preghiere personali e preparatorie: tutti
questi mangiano e bevono la propria condanna. Ma se credono e confidano che qui essi conseguiranno la
grazia, questa fede sola li rende puri e degni. 16. Risulta come
deciso, che la chiesa abbia stabilito in un concilio universale che i laici
debbono comunicarsi sotto le due specie: e i Boemi
che si comunicano sotto le due specie, non sono eretici, ma scismatici. 17. I tesori della chiesa, da cui il papa
trae le indulgenze, non sono i meriti di Cristo e dei Santi. 18. Le indulgenze sono dei pii inganni dei
fedeli, e dispense dalle opere buone; e appartengono al numero delle cose che
sono permesse, e non al numero di quelle che sono utili. [cfr. I Cor 6,12;
10,23]. 19. Le indulgenze, per coloro che veramente
le acquistano, non hanno valore per la remissione della pena dovuta alla
giustizia divina per i peccati attuali. 20. Si ingannano
coloro che credono che le indulgenze sono salutari e utili per il bene dello
spirito. 21. Le indulgenze sono necessarie solo per
le colpe pubbliche, e vengono propriamente concesse
solo ai duri di cuore e agli insensibili. 22. Per sei categorie di uomini
le indulgenze non sono né necessarie né utili: e cioè per i morti o per
quelli che stanno per morire, per i malati, per i legittimamente impediti,
per coloro che non hanno commesso peccati, per coloro che hanno commesso
peccati, ma non pubblici, per coloro che compiono cose migliori. 23. Le scomuniche sono soltanto pene
esteriori, e non privano l'uomo delle comuni preghiere spirituali della
chiesa. 24. Bisogna insegnare ai cristiani più ad
amare la scomunica che a temerla. 25. Il pontefice romano, successore di
Pietro, non è il vicario di Cristo sopra tutte le chiese del mondo intero,
dallo stesso Cristo costituito nel beato Pietro. 26. La parola di Cristo a Pietro:
"Tutto ciò che scioglierai sulla terra" ecc. [Mt 16,19] si estende
soltanto alle cose legate dallo stesso Pietro. 27. È certo che non è affatto in mano della
chiesa o del papa lo stabilire gli articoli di fede, e anzi neppure le leggi
morali o delle opere buone. 28. Se il papa con una gran parte della
chiesa pensasse in un modo o nell'altro, e inoltre non sbagliasse, non è ancora peccato o eresia pensare il contrario,
soprattutto in cose non necessario per la salvezza, finché da un concilio
universale una cosa non è stata respinta e l'altra approvata. 29. Ci è stata
aperta la via per svuotare l'autorità dei concili e per contraddire
liberamente le cose da loro compiute, per giudicare i loro decreti e per
confessare con confidenza qualsiasi cosa sembri vero, sia che sia stato
approvato, sia che sia stato respinto da un qualsiasi concilio. 30. Alcuni articoli di Jan
Hus condannati nel concilio di Costanza sono
cristianissimi, verissimi ed evangelici, e neppure la chiesa universale potrebbe condannarli. 31. In ogni opera buona il giusto pecca. 32. L'opera buona compiuta nel modo
migliore, è peccato veniale. 33. È contro la volontà dello Spirito che
gli eretici siano bruciati. 34. Combattere contro i Turchi è opporsi a
Dio, che visita le nostre iniquità per mezzo loro. 35. Nessuno è certo di non peccare sempre
mortalmente, a motivo del segretissimo vizio della superbia. 36. Dopo il peccato, il libero arbitrio è
una realtà in modo solo apparente; e quando compie ciò che gli compete, pecca
mortalmente. 37. Il purgatorio non può essere provato
mediante la sacra Scrittura che si trova nel canone. 38. Le anime nel purgatorio non sono sicure
della propria salvezza, almeno non tutte; e non è provato da nessun argomento
razionale né dalle Scritture, che esse si trovano al di fuori della
condizione di meritare o di accrescere la carità. 39. Le anime del purgatorio peccano in modo
continuo finché cercano il riposo e hanno orrore delle pene. 40. Le anime liberate dal purgatorio per i
suffragi di coloro che sono vivi godono minore
beatitudine che se avessero soddisfatto da se stesse. 41. I prelati ecclesiastici e i principi
secolari non farebbero male, se eliminassero tutte le sacche di mendicità. [Censura:] Tutti e ciascuno gli
articoli o errori sopra elencati, Noi li condanniamo, respingiamo e
rigettiamo totalmente, in conformità a quanto detto sopra, rispettivamente
come eretici, scandalosi, falsi, offensivi per le orecchie pie, o in quanto
capaci di sedurre le menti degli uomini semplici e in contraddizione con la
fede cattolica. |