PAPA ADRIANO I (772-795) SECONDO CONCILIO DI NICEA DEFINIZIONE Il santo, grande e universale concilio, per
grazia di Dio e per decreto dei pii e cristiani nostri imperatori Costantino
ed Irene, sua madre, riunito per la seconda volta nella illustre
metropoli di Nicea in Bitinia nella santa chiesa di
Dio del titolo di Sofia, seguendo la tradizione della chiesa cattolica,
definisce quanto segue. Cristo, nostro
Dio, ci fece dono della sua conoscenza
e ci liberò dalle tenebre e dal furore degli idoli. E
dopo aver fatta sua sposa la sua chiesa, senza macchia e senza ruga
(1) promise di conservarla e confermò questa promessa dicendo ai suoi
discepoli Io sono con voi ogni giorno, fino alla fine dei secoli (2). Ma questa promessa egli non la fece solo a loro ma anche a noi, che
attraverso loro abbiamo creduto nel suo nome
(3). Alcuni, dunque, incuranti di questo dono,
come se avessero ricevuto le ali dal nemico ingannatore, hanno deviato dalla retta
ragione opponendosi alla tradizione della chiesa cattolica, non hanno più
raggiunto la conoscenza della verità. E, come dice il
proverbio, sono andati errando per i viottoli, del proprio campo e hanno
riempito le loro mani di sterilità; hanno tentato, infatti, di screditare le
immagini dei sacri monumenti dedicati a Dio; sacerdoti, certo, di nome, ma
non nella sostanza. Di questi il Signore dice così nella profezia: Molti Pastori hanno devastato la mia
vigna; hanno contaminato la mia parte (4), seguendo, infatti,
uomini scellerati, e trascinati dalle loro passioni, hanno accusato la santa
chiesa, sposata a Cristo Dio, e non distinguendo il sacro dal profano
(5), hanno messo sullo stesso piano le immagini di Dio e dei suoi santi e le
statue degli idoli diabolici. Non potendo, quindi, il Signore
Dio sopportare che i suoi sudditi venissero corrotti da una tale peste, ha
convocato con la sua divina volontà, noi da ogni parte; noi, ossia i
responsabili del sacerdozio, attraverso lo zelo religioso e l'invito di
Costantino e di Irene, nostri fedelissimi imperatori: tutto ciò perché la
divina tradizione della chiesa cattolica riuscisse rafforzata da un voto
comune. Dopo ricerche, quindi, e discussioni diligentissime,
con l'unico scopo di seguire la verità, noi né togliamo né aggiungiamo cosa
alcuna; vogliamo solo conservare intatto tutto ciò che è (proprio) della
chiesa cattolica. Seguendo, perciò, i santi sei concili ecumenici, e
specialmente quello che fu tenuto nella nobile metropoli dei Niceni; ed inoltre quello celebrato dopo di esso nella città imperiale, cara a Dio: Crediamo in un solo
Dio... [segue il simbolo Niceno- Costantinopolitano]. Detestiamo e anatematizziamo Ario ed i suoi seguaci,
e quelli che hanno in comune con lui la sua insana dottrina; cosi pure
Macedonio ed i suoi, ben a ragion chiamati "pneumatomachi",
cioè gente che combatte lo Spirito. Confessiamo
anche la signora nostra, la santa Maria, come vera e propria madre di Dio: essa, infatti, ha partorito nella sua carne una persona
della Trinità, Cristo, nostro Dio, come ha insegnato anche il primo
concilio di Efeso, che scacciò dalla chiesa l'empio
Nestorio, e quelli che ne seguono il pensiero, perché introducevano un
dualismo di persone (in Cristo). Confessiamo inoltre anche le due nature di colui che si è incarnato per noi dall'immacolata madre di
Dio e sempre vergine Maria, riconoscendo in lui un perfetto Dio e un perfetto
uomo, come ha proclamato anche il concilio di Calcedonia, scacciando dalla
chiesa Eutiche e Dioscoro,
blasfemi. Accomuniamo ad essi Severo, Pietro, e il poliblasfemo
loro codazzo, intrecciati l'uno all'altro. Con essi
anatematizziamo le favolose invenzioni di Origene, di Evagrio,
e di Didimo, come fece anche il quinto concilio riunito a Costantinopoli. Predichiamo, inoltre, in Cristo due
volontà e due operazioni, secondo la proprietà delle nature, come
solennemente dichiarò il sesto sinodo di
Costantinopoli, sconfessando Sergio, Onorio, Ciro, Pirro, Macario, negatori
della pietà, e i loro accoliti. In poche parole, noi intendiamo custodire
gelosamente intatte tutte le tradizioni ecclesiastiche, sia scritte che
orali. Una di queste, in accordo con la predicazione evangelica, è la pittura
delle immagini, che giova senz'altro a confermare la vera e non fantastica
incarnazione del Verbo di Dio, e ha una simile utilità per noi infatti, le cose, che hanno fra loro un rapporto di
somiglianza, hanno anche senza dubbio un rapporto scambievole di significato.
[…] ANATEMI
RIGUARDO ALLE SACRE IMMAGINI
I.
Se
qualcuno non ammette che Cristo, nostro Dio,
possa esser limitato, secondo l'umanità, sia anatema. II.
Se
qualcuno rifiuta che i racconti evangelici siano rappresentati con disegni,
sia anatema. III.
Se
qualcuno non saluta queste (immagini), (fatte) nel nome del Signore e dei
suoi santi, sia anatema. IV.
Se
qualcuno rigetta ogni tradizione ecclesiastica, sia scritta che non scritta,
sia anatema. CANONI I. Bisogna osservare in
tutto i sacri canoni. Quelli che hanno avuto in sorte il
sacerdozio, hanno il criterio costituito dalle testimonianze e dalle
indicazioni delle prescrizioni canoniche. Noi le accettiamo con gioia, e
cantiamo con Davide divinamente ispirato, dicendo a Dio: Mi sono dilettato
dei tuoi comandamenti, come di ogni ricchezza
(8). E hai emanato i tuoi comandamenti con
giustizia in eterno; dammene l'intelligenza e vivrò (9). Se, dunque, la
voce dei profeti ci comanda di osservare in eterno i comandamenti di Dio, e
di vivere in essi (10), è chiaro che essi devono
rimanere intatti e stabili. Anche Mosè, infatti, che vide Dio, dice cosi: In
essi non vi è nulla da aggiungere e nulla da
togliere (11). E il divino apostolo, gloriandosi in essi,
grida: In essi gli angeli desiderano ardentemente di volgere lo sguardo
(12); e: Se un angelo vi annunzia (qualche cosa) oltre quello che voi
avete ricevuto, sia anatema (13). Convinti di ciò ne
facciamo professione e ce ne rallegriamo come uno si rallegra di abbondanti
spoglie (14), gioiosamente accogliamo nel nostro cuore i divini canoni, e
conserviamo integre e certe le loro prescrizioni, sia quelle emanate dai
lodevolissimi apostoli, trombe dello Spirito, che quelle dei sei concili
universali e dei concili locali, raccolti per esporre questi decreti, e dei
nostri santi padri. Illuminati, infatti, da un solo e medesimo Spirito,
stabilirono quanto era utile. Sicché quelli che essi hanno
anatematizzato lo sono anche per noi; quelli deposti lo sono anche per noi;
quelli giudicati degni di segregazione, lo sono anche per noi; quelli
sottoposti a pene, lo sono anche per noi allo stesso modo. Il
vostro modo di vivere non sia amante del denaro, ma contentatevi di quanto
avete (15): così esclama con chiara voce il divino Paolo, colui che sali al terzo cielo e ascoltò parole ineffabili.
[…] _____________________________ Note (1) Ef
5, 27 |