Eresie, errori e ambiguità del sacerdote Tomislav Ivancic
Dal libretto "Vieni e seguimi" incontro con Gesù sulla Via Crucis
Si precisa che in questi brani, all'infuori di quelli tratti dall'introduzione, dalla conclusione e da "come pregare questa via crucis", l'autore fa parlare Gesù in prima persona.
Brano dall'introduzione Pag. 12 - [...] Lo Spirito Santo è amore del Padre e del Figlio. Con l'intensità e la forza con cui si amano il Padre e il Figlio, così noi possiamo amare Dio e così gli uni e gli altri. |
GIOVANNI PAOLO II - UDIENZA GENERALE - Mercoledì, 29 settembre 1982 4. L’analogia dell’amore degli sposi (o amore sponsale) sembra porre in risalto soprattutto il momento del dono di se stesso da parte di Dio all’uomo, “da secoli” scelto in Cristo (letteralmente: ad “Israele”, alla “Chiesa”); dono totale (o piuttosto “radicale”) e irrevocabile nel suo carattere essenziale, ossia come dono. Questo dono è certamente “radicale” e perciò “totale”. Non si può parlare qui della “totalità” in senso metafisico. L’uomo, infatti, come creatura non è capace di “accogliere” il dono di Dio nella pienezza trascendentale della sua divinità. Un tale “dono totale” (non creato) viene soltanto partecipato da Dio stesso nella “trinitaria comunione delle Persone”. Invece, il dono di se stesso da parte di Dio all’uomo, di cui parla l’analogia dell’amore sponsale, può avere soltanto la forma della partecipazione alla natura divina (cf. 2 Pt 1, 4), come è stato chiarito con grande precisione dalla teologia. Nondimeno, secondo tale misura, il dono fatto all’uomo da parte di Dio in Cristo è un dono “totale” ossia “radicale”, come indica appunto l’analogia dell’amore sponsale: è, in certo senso, “tutto” ciò che Dio “ha potuto” dare di se stesso all’uomo, considerate le facoltà limitate dell’uomo-creatura. In tal modo, l’analogia dell’amore sponsale indica il carattere “radicale” della grazia: di tutto l’ordine della grazia creata.
PAPA GIOVANNI PAOLO II - MULIERIS DIGNITATEM 25. Nel testo della lettera agli Efesini incontriamo una seconda dimensione dell’analogia che, nel suo insieme, deve servire alla rivelazione del "grande mistero". È questa una dimensione simbolica. Se l’amore di Dio verso l’uomo, verso il popolo eletto, Israele, viene presentato dai profeti come l’amore dello sposo per la sposa, una tale analogia esprime la qualità "sponsale" e il carattere divino e non umano dell’amore di Dio: "Tuo sposo è il tuo Creatore..., è chiamato Dio di tutta la terra" (Is 54,5). Lo stesso si dica anche dell’amore sponsale di Cristo redentore: "Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" (Gv 3,16). Si tratta, dunque, dell’amore di Dio espresso mediante la redenzione, operata da Cristo. Secondo la lettera paolina questo amore è "simile" all’amore sponsale dei coniugi umani, ma naturalmente non è "eguale". L’analogia, infatti, implica insieme una somiglianza, lasciando un margine adeguato di non-somiglianza.
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Brano dalla Conclusione Pag. 47 Padre, grazie per questa Via Crucis, [...] Divento parte della Tua natura, del Tuo Figlio e della tua gioia.
Pag. 45 - Davvero non ti rendi conto che non sono andato via dal mondo? Prima ero un ospite sulla terra. Ora sono il Signore della terra. Anche tu sarai così. |
PAPA GIOVANNI XXII - IN AGRO DOMINICO
Condanna
delle seguenti eresie.
(11) Tutto ciò che Dio
Padre ha dato al suo unigenito Figlio nella
natura
umana, tutto questo ha
dato a me. In questo non escludo nulla, né
l’unione, né la santità, ma tutto egli ha dato a
me come a lui. (12) Tutto ciò che la sacra Scrittura dice di Cristo, tutto questo si dimostra vero anche di ogni uomo buono e divino.
PAPA GIOVANNI PAOLO II UDIENZA GENERALE - Mercoledì, 29 gennaio 1986 1. La verità che Dio ha creato, che cioè ha tratto dal nulla tutto ciò che esiste al di fuori di lui, sia il mondo che l’uomo, trova una sua espressione già nella prima pagina della Sacra Scrittura, anche se la sua piena esplicitazione si ha soltanto nello sviluppo successivo della rivelazione. [...] Il magistero della Chiesa ha confermato con particolare solennità e vigore la verità che la creazione del mondo è opera di Dio nel Concilio Vaticano I, in risposta alle tendenze del pensiero panteistico e materialistico del tempo. Quei medesimi orientamenti sono presenti anche nel nostro secolo in alcuni sviluppi delle scienze esatte e delle ideologie atee. [...] È contro la fede sostenere che le creature, anche quelle spirituali, sono una emanazione della sostanza divina, o affermare che l’Essere divino col suo manifestarsi o evolversi diventi ogni cosa.
Quando, allora, la Verità prega il Padre per i suoi fedeli, dicendo: "Voglio, Padre, che essi siano una cosa sola in noi, come noi siamo una cosa sola", il termine una cosa sola quando si tratta dei fedeli si deve prendere nel senso di unione della carità nella grazia; per le persone divine, invece, deve intendersi come unità di identità nella natura, come altrove dice la Verità: Siate Perfetti com'è perfetto il vostro Padre celeste. E’ come se dicesse, più chiaramente: "Siate perfetti della perfezione della grazia, come il vostro Padre celeste è perfetto della perfezione che gli è naturale", cioè ciascuno a suo modo, perché tra il creatore e la creatura per quanto la somiglianza sia grande, maggiore è la differenza. [...] Scomunichiamo e anatematizziamo ogni eresia che si erge contro la santa, ortodossa e cattolica fede, come l'abbiamo esposta sopra.
PAPA PAOLO VI - Professione di Fede Egli è stato sepolto e, per suo proprio potere, è risorto nel terzo giorno, elevandoci con la sua Resurrezione alla partecipazione della vita divina, che è la vita della grazia.
BEATO PIO IX PAPA - DEI FILIUS Imperversando poi dovunque questa empietà, accadde miserabilmente che molti, pure figli della Chiesa cattolica, si smarrirono dalla via della vera pietà, ed oscurandosi in loro a poco a poco le verità, si attenuò anche il sentire cattolico. Trasportati da queste instabili e speciose dottrine, confondendo malamente la natura con la grazia, la scienza umana con la fede divina, arrivano a corrompere il senso genuino dei dogmi professati dalla Santa Madre Chiesa e mettono in pericolo l'integrità e la sincerità della fede. [...] 2. Se qualcuno non arrossirà affermando che nulla esiste all'infuori della materia: sia anatema. 3. Se qualcuno dirà che unica e identica è la sostanza, o l'essenza, di Dio e di tutte le cose: sia anatema. 4. Se qualcuno dirà che le cose finite, sia materiali, sia spirituali, o almeno le spirituali, sono emanate dalla sostanza divina; ovvero che la divina essenza per la sua manifestazione ed evoluzione diventa ogni cosa; ovvero infine che Dio è ente universale od indefinito, il quale determinando se stesso costituisce l'universo delle cose, distinto in generi, specie ed individui: sia anatema.
PAPA GIOVANNI XXII - IN AGRO DOMINICO Condanna delle seguenti eresie. (10) Noi siamo totalmente trasformati in Dio e siamo in lui commutati; in modo simile, come nel sacramento il pane è commutato nel corpo di Cristo, così io sono commutato in lui, poiché lui stesso mi fa essere uno con se stesso, non simile. Da parte del Dio vivente, è vero che lì non c’è alcuna distinzione. (11) Tutto ciò che Dio Padre ha dato al suo unigenito Figlio nella natura umana, tutto questo ha dato a me. In questo non escludo nulla, né l’unione, né la santità, ma tutto egli ha dato a me come a lui. (12) Tutto ciò che la sacra Scrittura dice di Cristo, tutto questo si dimostra vero anche di ogni uomo buono e divino.
PAPA GIOVANNI PAOLO II - MULIERIS DIGNITATEM 8. La presentazione dell’uomo come "immagine e somiglianza di Dio" subito all’inizio della Sacra Scrittura riveste anche un altro significato. Questo fatto costituisce la chiave per comprendere la rivelazione biblica come un discorso di Dio su se stesso. Parlando di sé sia "per mezzo dei profeti, sia per mezzo del Figlio" (cf. Eb 1,1.2) fattosi uomo, Dio parla con linguaggio umano, usa concetti e immagini umane. Se questo modo di esprimersi è caratterizzato da un certo antropomorfismo, la ragione sta nel fatto che l’uomo è "simile" a Dio: creato a sua immagine e somiglianza. E allora anche Dio è in qualche misura "simile" all’uomo, e, proprio in base a questa somiglianza, egli può essere conosciuto dagli uomini. Allo stesso tempo il linguaggio della Bibbia è sufficientemente preciso per segnare i limiti della "somiglianza" i limiti dell’"analogia". Infatti, la rivelazione biblica afferma che, se è vera la "somiglianza" dell’uomo con Dio, è ancor più essenzialmente vera la "non-somiglianza" (cf. Nm 23,19; Os 11,9; Is 40,18; 46,5; cf. "insuper Conc. Oec. Later. IV": Denz-Schönm, 806), che separa dal Creatore tutta la creazione. In definitiva, per l’uomo creato a somiglianza di Dio, Dio non cessa di essere colui "che abita una luce inaccessibile" (1Tm 6,16): è il "diverso" per essenza, il "totalmente altro".
XI SINODO DI TOLEDO - PROFESSIONE DI FEDE Onde l'unico Cristo è nell'unità della persona perfetto Dio e perfetto uomo; tuttavia non per questo, per aver detto che nel Figlio sono due nature, affermeremo che in lui ci sono due persone, affinché non sembri accedere alla Trinità - sia ben lontano! - una quarta persona.
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La posizione erronea dell’Autore sulla preesistenza del Figlio/Logos di Dio ha come conseguenza una comprensione altrettanto erronea della dottrina circa la divinità di Gesù. Egli in verità usa espressioni quali: Gesù "deve essere considerato divino" (p. 283) e "Gesù Cristo [...] deve essere vero Dio" (p. 284). Si tratta, tuttavia di affermazioni che vanno intese alla luce della sua posizione su Gesù quale "mediazione" simbolica ("medium"): Gesù sarebbe "una persona finita" (p. 205), "una persona umana" (p. 296) e "un essere umano come noi" (p. 205; 428). |
Pag. 23 - Avere il coraggio di cadere [...] Abbi il coraggio di cadere e di non nascondere la tua caduta, ma di ammetterla. [...] Perché ti fa paura sentirti oppresso dai peccati? Ti dai da fare per sembrare buono. Guarda, quando cadi tu vieni a me. Non temere! La caduta non è la fine. Perché ti sembra così tragico cadere? Perché vergognarsene? Lo scopo di ogni caduta è avvicinarti a me, affinché io ti possa rialzare. Quando ti rendi conto che anch'io ero caduto, allora nel tuo cadere vedrai il mio volto e saremo insieme vincitori sulle cadute e sui peccati. Quello che conta è di non essere solo quando cadi, ma di venire a me.
Pag. 45 - Quando desidererai giacere nel sepolcro della superbia e morire a te stesso, allora risusciterai nella mia vita. Solo l'uomo morto può risuscitare. Non temere si tratta del ponte tra me e te. La morte dei peccati è gioia ed abbraccio tra me e te. E' la più maestosa esplosione d'amore. Io ho percorso questa strada e ti aspetto.
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L'autore fa anche un pessimo accostamento tra le cadute di Gesù mentre porta la croce e le cadute nel peccato.
PAPA GIOVANNI PAOLO II - Dichiarazione DOMINUS IESUS ... confutare determinate posizioni erronee o ambigue.
SAN PIO X PAPA -
PASCENDI DOMINICI GREGIS
E poiché è
artificio astutissimo dei modernisti (ché con
siffatto nome son chiamati costoro a ragione
comunemente) presentare le loro dottrine non già
coordinate e raccolte quasi in un tutto, ma
sparse invece e disgiunte l'una dall'altra,
allo scopo di passare essi
per dubbiosi e come incerti, mentre di fatto
sono fermi e determinati; gioverà innanzi
tutto raccogliere qui le dottrine stesse in un
sol quadro, per passar poi a ricercar le fonti
di tanto traviamento ed a prescrivere le misure
per impedirne i danni.
CONCILIO DI EFESO
10. La divina Scrittura dice che il Cristo è divenuto pontefice e apostolo della nostra confessione, e che si è offerto per noi in odore di soavità a Dio Padre. Perciò se qualcuno dice che è divenuto pontefice e apostolo nostro non lo stesso Verbo di Dio, quando si fece carne e uomo come noi, ma, quasi altro da lui, l'uomo nato dalla donna preso a sé; o anche se qualcuno dice che ha offerto il sacrificio anche per sé, e non, invece, solamente per noi (e, infatti, non poteva aver bisogno di sacrificio chi non conobbe ), sia anatema.
SECONDO CONCILIO DI COSTANTINOPOLI
XII. Se qualcuno
difende l'empio Teodoro di Mopsuestia, il quale
dice
altro essere il Verbo di Dio ed altro il Cristo,
sottoposto alle passioni
della anima e ai desideri della carne,
che si è liberato a poco a poco dai sentimenti
inferiori, è migliorato col progresso delle
opere, ed è divenuto perfetto nella vita; che è
stato battezzato come semplice uomo, nel nome
del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, e
attraverso il battesimo, ha ricevuto la grazia
dello Spirito santo ed è stato stimato degno
dell'adozione di figlio, e che, a somiglianza di
una immagine dell'imperatore, viene adorato
nella persona del Dio Verbo, e dopo la
risurrezione è divenuto immutabile nei suoi
pensieri e del tutto impeccabile.
[...]
sia anatema. |
Qui di seguito un ritaglio di un video dove il sacerdote in questione dice un'eresia durante un'omelia a Medjugorje.
Questa premessa, fatta con alcuni messaggi della Madonna (Medjugorje), è per sottolineare che ci sono cose importanti che non vanno come Lei desidera. Medjugorje, grazie alla Madonna, rimane comunque un posto di grande grazia se si va con cuore umile e fiducioso. Messaggio del 31 dicembre 1981 Dite a quei sacerdoti che non credono alle mie apparizioni che io da sempre trasmetto al mondo messaggi da parte di Dio. Mi dispiace che non credono, ma non si può obbligare nessuno a credere. Messaggio del 14 aprile 1982 Dovete sapere che Satana esiste. Egli un giorno si è presentato davanti al trono di Dio e ha chiesto il permesso di tentare la Chiesa per un certo periodo con l’intenzione di distruggerla. Dio ha permesso a Satana di mettere la Chiesa alla prova per un secolo ma ha aggiunto: Non la distruggerai! Questo secolo in cui vivete è sotto il potere di Satana ma, quando saranno realizzati i segreti che vi sono stati affidati, il suo potere verrà distrutto. Già ora egli comincia a perdere il suo potere e perciò è diventato ancora più aggressivo: distrugge i matrimoni, solleva discordie anche tra le anime consacrate, causa ossessioni, provoca omicidi. Proteggetevi dunque con il digiuno e la preghiera, soprattutto con la preghiera comunitaria. Portate addosso oggetti benedetti e poneteli anche nelle vostre case e riprendete l’uso dell’acqua benedetta. Messaggio della Madonna - Medjugorje 1 agosto 1985 Cari figli, desidero dirvi che ho scelto questa parrocchia e che la tengo nelle mie mani come un piccolo fiore che non vuole morire. Io vi invito ad abbandonarvi a me, perché io possa donarvi a Dio freschi e senza peccato. Satana ha preso una parte del mio piano e vuole farlo proprio. Pregate perché ciò non avvenga, poiché io vi voglio per me, per potervi donare a Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!
Messaggio del 25 settembre 1990 Cari figli, vi invito alla preghiera con il cuore affinché la vostra preghiera sia un dialogo con Dio. Io desidero che ognuno di voi consacri più tempo a Dio. Satana è forte e desidera distruggervi ed ingannarvi in molti modi, perciò, miei cari figli, pregate ogni giorno affinché la vostra vita sia un bene per voi e per tutti quelli che incontrate. Io sono con voi e vi proteggo nonostante che satana desideri i miei progetti e fermare i desideri che il Padre celeste vuole realizzare qui. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! Messaggio del 18 marzo 2009 (Messaggio dato a Mirjana) Cari figli, oggi vi invito a guardare in modo sincero e a lungo nei vostri cuori. Che cosa vedrete in essi? Dov’è in essi mio Figlio e il desiderio di seguirmi verso Lui? Figli miei, questo tempo di rinuncia sia un tempo nel quale domandarvi: che cosa vuole Dio da me personalmente? Che cosa devo fare? Pregate, digiunate e abbiate il cuore pieno di misericordia. Non dimenticate i vostri pastori. Pregate che non si perdano e che restino in mio Figlio, affinché siano buoni pastori per il loro gregge. (La Madonna ha guardato tutti i presenti e ha continuato) Di nuovo vi dico: Se sapeste quanto vi amo piangereste di felicità. Grazie. Messaggio del 25 maggio 2010 (Messaggio dato a Marija Pavlovic) Cari figli, Dio vi ha dato la grazia di vivere e proteggere tutto il bene che è in voi ed attorno a voi e di esortare gli altri ad essere migliori e più santi, ma satana non dorme e attraverso il modernismo vi devia e vi guida sulla sua via. Perciò figlioli, nell’amore verso il mio cuore Immacolato amate Dio sopra ogni cosa e vivete i suoi comandamenti. Così la vostra vita avrà senso e la pace regnerà sulla terra. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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Qui a fianco la breve parte di un video dell'omelia di Tomislav Ivancic, durante la Santa Messa del 25 giugno 2010 a Medjugorje, 29° anniversario delle apparizioni. Le parole dell'omelia sono in gran parte coperte dalla traduzione, in diretta via radio, per gli italiani che partecipavano alla Messa ed erano in possesso di una radiolina con auricolare. La voce è di uno degli addetti alle traduzioni per la parrocchia e l'eresia che dice va imputata al sacerdote in questione. |
Video Bestemmia di Tomislav Ivancic |
Gesù a suor Lucia di Fatima: "... sono cinque le specie di offese e bestemmie proferite contro il Cuore Immacolato di Maria: 1. Le bestemmie contro l'Immacolata Concezione. ..."
BEATO PIO IX PAPA
-
INEFFABILIS DEUS
Dio ineffabile, le vie del
quale sono la misericordia e la verità
[...]
fin
dall'inizio e prima dei secoli
scelse e dispose che al Figlio suo Unigenito
fosse assicurata una Madre dalla quale Egli,
fatto carne, sarebbe nato nella felice pienezza
dei tempi. E tale Madre circondò di tanto amore,
preferendola a tutte le creature, da compiacersi
in Lei sola con un atto di
esclusiva benevolenza.
Per questo, attingendo dal tesoro della
divinità, la ricolmò – assai più di tutti gli
spiriti angelici e di tutti i santi –
dell'abbondanza di tutti i doni celesti in modo
tanto straordinario,
perché
Ella, sempre
libera da ogni macchia di peccato, tutta bella e
perfetta, mostrasse quella perfezione di
innocenza e di santità da non poterne concepire
una maggiore dopo Dio, e che nessuno,
all'infuori di Dio, può abbracciare con la
propria mente.
Era certo sommamente
opportuno che una Madre degna di tanto onore
rilucesse perennemente adorna
degli splendori della più perfetta santità e,
completamente immune anche dalla stessa
macchia del peccato originale, riportasse il
pieno trionfo sull'antico serpente. Dio Padre
dispose di
dare a Lei il suo unico Figlio, generato dal suo
seno uguale a sé, e che ama come se stesso, in
modo tale che fosse, per natura, Figlio unico e
comune di Dio Padre e della Vergine; lo
stesso Figlio scelse di farne la sua vera Madre,
e lo Spirito Santo volle e operò perché da Lei
fosse concepito e generato Colui dal quale Egli
stesso procede. [...] Ma poiché tutto ciò che si
riferisce al culto è
strettamente connesso con il suo oggetto e non
può rimanere stabile e duraturo se questo
oggetto è incerto e non ben definito, i Romani
Pontefici Nostri Predecessori, mentre
impiegavano tutta la loro sollecitudine per
accrescere il culto della Concezione, si
preoccuparono anche di chiarirne e di inculcarne
con ogni mezzo l'oggetto e la dottrina.
Insegnarono infatti,
in modo chiaro ed inequivocabile, che si
celebrasse la festa della Concezione della
Vergine e
respinsero quindi, come falsa e assolutamente
contraria al pensiero della Chiesa, l'opinione
di coloro che ritenevano ed affermavano che da
parte della Chiesa non si onorava la Concezione
ma la santificazione di Maria. Né ritennero che
si potesse procedere con minore decisione contro
coloro che, al
fine di sminuire la dottrina sull'Immacolata
Concezione della Vergine, avendo escogitato una
distinzione fra il primo istante e il secondo
momento della Concezione, affermavano che si
celebrava sì la Concezione, ma non quella del
primo iniziale momento. [...]
i Padri e gli scrittori ecclesiastici, ammaestrati dalle parole divine – nei
libri elaborati con cura per spiegare la Scrittura, per difendere i dogmi e per
istruire i fedeli – non trovarono niente di più meritevole di attenzione del
celebrare ed esaltare, nei modi più diversi ed ammirevoli, l'eccelsa santità, la
dignità e l'immunità della Vergine da ogni macchia di peccato e la sua vittoria
sul terribile nemico del genere umano. [...] come Cristo, mediatore fra Dio e
gli uomini, assunta la natura umana, annientò il decreto di condanna esistente
contro di noi, inchiodandolo da trionfatore sulla Croce, così la santissima
Vergine, unita con Lui da un legame strettissimo ed indissolubile, poté
esprimere, con Lui e per mezzo di Lui, un'eterna inimicizia contro il velenoso
serpente e, riportando nei suoi confronti una nettissima vittoria,
gli schiacciò la testa con il suo piede immacolato. Di
questo nobile e singolare trionfo della Vergine,
della sua straordinaria innocenza, purezza e
santità, della sua
immunità da ogni macchia di
peccato, della sua ineffabile abbondanza
di tutte le grazie divine, di tutte le virtù e
di tutti i privilegi a Lei donati, gli stessi
Padri videro una figura sia nell'Arca di Noè
che, voluta per ordine di Dio, scampò
del tutto
indenne al diluvio universale; sia in
quella scala che Giacobbe vide ergersi da terra
fino al cielo, e lungo la quale
salivano
e scendevano gli angeli di Dio e alla cui
sommità stava il Signore stesso; sia in quel
roveto che Mosè vide nel luogo santo avvolto
completamente dalle fiamme e, pur immerso in un
fuoco crepitante, non si consumava né pativa
alcun danno ma continuava ad essere verde e
fiorito; sia in quella
torre inespugnabile, eretta di fronte al
nemico, dalla quale pendono mille scudi e tutte
le armature dei forti; sia in quell'orto chiuso
che non può essere violato
né devastato da alcun assalto insidioso;
sia in quella splendente città di Dio che ha le
sue fondamenta sui monti santi; sia in
quell'eccelso tempio di Dio che, rifulgendo
degli splendori divini, è ricolmo della gloria
del Signore; sia in tutti gli altri innumerevoli
segni dello stesso genere che, secondo il
pensiero dei Padri, preannunciavano cose
straordinarie sulla dignità
della
Madre di Dio, sulla sua
illibata innocenza e sulla sua santità,
mai soggetta ad alcuna macchia.
Eva
infatti, avendo dato ascolto
disgraziatamente al serpente, decadde
dall'innocenza originale e divenne sua schiava,
mentre la beatissima Vergine accrebbe
continuamente il primitivo dono e,
senza mai
ascoltare il serpente, con la forza
ricevuta da Dio ne annientò la violenza e il
potere. Perciò non si stancarono mai
di proclamarla giglio tra le spine; terra
assolutamente inviolata,
verginale, illibata, immacolata, sempre
benedetta e libera da ogni contagio di peccato,
dalla
quale è stato formato il nuovo Adamo;
giardino delle delizie piantato da Dio stesso,
senza difetti, splendido, abbondantemente ornato
di innocenza e di immortalità e
protetto da tutte le
insidie del velenoso serpente; legno
immarcescibile che il
tarlo del peccato mai poté
intaccare; fonte sempre limpida e segnata
dalla potenza dello Spirito Santo; tempio
esclusivo di Dio; tesoro di immortalità;
unica
e sola figlia, non della morte, ma della vita;
germoglio di grazia e non d'ira che, per uno
speciale intervento della provvidenza divina, è
spuntato, sempre
verde e ammantato di fiori, da una radice
corrotta e contaminata.
Ma
come se tutte queste espressioni non bastassero,
pur essendo straordinarie, i Padri formularono
specifiche e stringenti argomentazioni per
affermare che, parlando
del peccato, non poteva in alcun modo
essere chiamata in causa la santa Vergine Maria,
perché a Lei era stata elargita la grazia in
misura superiore per vincere ogni specie di
peccato. Asserirono quindi che la
gloriosissima Vergine fu la riparatrice dei
progenitori, la fonte della vita per i posteri.
Scelta e preparata dall'Altissimo da tutta
l'eternità e da Lui preannunciata quando disse
al serpente: "Porrò inimicizia fra te e la
donna", schiacciò
veramente la testa di quel velenoso serpente. Sostennero dunque che la
beatissima Vergine fu, per grazia,
immune da ogni macchia di
peccato ed esente da qualsivoglia contaminazione
del corpo, dell'anima e della mente.
Unita in un intimo rapporto e congiunta da un
eterno patto
di alleanza con Dio,
non fu mai
preda delle tenebre, ma fruì di una luce
perenne e risultò degnissima dimora di Cristo,
non per le qualità del corpo, ma per lo stato
originale di grazia.
Non era
infatti conveniente che quel vaso di
elezione fosse colpito dal comune disonore,
perché assai diverso da tutti gli altri, di cui
condivide la natura ma non la colpa. Al
contrario era assolutamente conveniente che come
l'Unigenito aveva in
cielo un Padre, che i Cherubini esaltano tre
volte santo, avesse sulla terra
una Madre mai
priva dello splendore della santità. Proprio questa dottrina era a tal punto radicata nella mente e nell'animo degli antenati, che divenne abituale l'uso di uno speciale e straordinario linguaggio. Lo impiegarono spessissimo per chiamare la Madre di Dio Immacolata, del tutto Immacolata; innocente, anzi innocentissima; illibata nel modo più eccelso; santa e assolutamente estranea al peccato; tutta pura, tutta intemerata, anzi l'esemplare della purezza e dell'innocenza; più bella della bellezza; più leggiadra della grazia; più santa della santità; la sola santa, purissima nell'anima e nel corpo, che si spinse oltre la purezza e la verginità; la sola che diventò, senza riserve, la dimora di tutte le grazie dello Spirito Santo, e che si innalzò al di sopra di tutti, con l'eccezione di Dio: per natura, più bella, più graziosa e più santa degli stessi Cherubini e Serafini e di tutte le schiere degli Angeli. Nessun linguaggio, né del cielo né della terra, può bastare per tesserne le lodi .Nessuno ignora che la
celebrazione di Lei
fu, con tutta naturalezza, introdotta nelle
memorie della santa Liturgia e negli Uffici
ecclesiastici. Tutti li pervade e li domina per
larghi tratti. La Madre di Dio vi è invocata ed
esaltata come incorrotta
colomba di bellezza, rosa sempre fresca.
Essendo purissima sotto ogni aspetto,
eternamente immacolata e beata,
viene celebrata come
l'innocenza stessa, che
non fu mai violata, e
come la nuova Eva che ha generato l'Emmanuele. Perciò, dopo aver presentato
senza interruzione, nell'umiltà e nel digiuno,
le Nostre personali preghiere e quelle pubbliche
della Chiesa, a Dio Padre per mezzo del suo
Figlio, perché si degnasse di dirigere e di
confermare la Nostra mente con la virtù dello
Spirito Santo; dopo aver implorato l'assistenza
dell'intera Corte celeste e dopo aver invocato
con gemiti lo Spirito Paraclito; per sua divina
ispirazione, ad onore della santa, ed
indivisibile Trinità, a decoro e ornamento della
Vergine Madre di Dio, ad esaltazione della Fede
cattolica e ad incremento della Religione
cristiana,
con l'autorità di Nostro
Signore
Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e
Nostra, dichiariamo, affermiamo e definiamo
rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la
beatissima Vergine Maria fu preservata,
per particolare grazia e privilegio di Dio
onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù
Cristo Salvatore del genere umano, immune da
ogni macchia di peccato originale fin
dal primo istante del suo concepimento, e ciò
deve pertanto essere oggetto di fede certo ed
immutabile per tutti i fedeli.
Se qualcuno dunque avrà la
presunzione di pensare diversamente da quanto è
stato da Noi definito (Dio non voglia!), sappia
con certezza di aver pronunciato la propria
condanna,
di aver subito il naufragio nella fede, di
essersi separato dall'unità della Chiesa, e, se
avrà osato rendere pubblico, a parole o per
iscritto o in qualunque altro modo, ciò che
pensa,
sappia di essere
incorso,
ipso facto,
nelle pene comminate dal Diritto. [...] Fondiamo senz'altro le nostre
attese su un fatto di sicura speranza e di pieno
convincimento. La stessa beatissima Vergine che,
tutta bella e
immacolata,
schiacciò la testa velenosa del
crudelissimo serpente e recò al mondo la
salvezza; la Vergine,
che è gloria dei Profeti e degli Apostoli, onore
dei Martiri, gioia e corona di tutti i Santi,
sicurissimo rifugio e fedelissimo aiuto di
chiunque è in
pericolo, potentissima mediatrice e avvocata di
tutto il mondo presso il suo Unigenito Figlio,
fulgido e straordinario ornamento della santa
Chiesa,
incrollabile
presidio che
ha sempre schiacciato le eresie,
ha liberato le genti e i popoli fedeli da ogni
sorta di disgrazie e ha sottratto Noi stessi ai
numerosi pericoli che Ci sovrastavano,
voglia, con il suo
efficacissimo patrocinio, portare aiuto alla
santa Madre, la Chiesa Cattolica, perché, rimosse tutte le
difficoltà,
sconfitti tutti gli errori,
essa possa, ogni giorno di più, prosperare e
fiorire presso tutti i popoli e in tutti i
luoghi, "dall'uno all'altro mare, e dal fiume
fino agli estremi confini della terra", e
possa godere pienamente della pace, della
tranquillità e della libertà. Voglia inoltre
intercedere perché i colpevoli
ottengano
il perdono, gli ammalati il rimedio, i
pusillanimi la forza, gli afflitti la
consolazione, i pericolanti l'aiuto, e tutti gli
erranti, rimossa la caligine della mente,
possano far ritorno alla via della verità e
della giustizia, e si faccia un solo ovile e un
solo pastore. [...]
Nessuno pertanto si permetta di violare il
contenuto di questa Nostra dichiarazione,
proclamazione e definizione, o abbia l'ardire
temerario di avversarlo e di trasgredirlo. Se
qualcuno, poi, osasse tentarlo, sappia che
incorrerà
nello sdegno di Dio onnipotente e dei
suoi beati Apostoli Pietro e Paolo. |